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Uno strumento che non tutti conoscono ma molto utile per tutti i digital marketers: spieghiamo cos’è il native advertising e perché rappresenta un’opportunità da non sottovalutare. 

Native advertising: cos’è

Non solo motori di ricerca, non solo social media: per fare pubblicità oggi è bene conoscere tutti gli strumenti a nostra disposizione. 

Il native advertising, o pubblicità nativa, è un tipo di formato pubblicitario di tipo contestuale, coerente quindi con il suo contesto editoriale. 

Vengono presentati come una prosecuzione naturale della pagina web che l’utente sta visitando: poiché non interrompono la fruizione dei contenuti, vengono percepiti come meno intrusivi dall’utente. 

Rispetto ai banner della pubblicità display tradizionale vengono considerati più rilevanti nella customer experience dell’utente e anche più degni di fiducia. 

Posizionamenti e publisher nel native advertising 

Gli annunci native possono essere posizionati tradizionalmente accanto o alla fine di un articolo in un sito web. 

Solitamente le piattaforme hanno a disposizione una lista dei publisher, ossia una lista dei siti web o degli editori su cui sarà pubblicizzato il contenuto. Tra queste, ad esempio, ritroviamo app, blog e testate giornalistiche nazionali o internazionali. 

All’interno delle piattaforme native, su cui verranno pubblicati i contenuti delle native ads, sarà possibile poi tenere monitorati i publisher e le performance di ciascuno di essi, con i relativi KPI.

Alcune delle piattaforme consentono anche di monitorare separatamente le sezioni degli editori: ad esempio, dal publisher Ansa.it sarà possibile distinguere impression, CTR separatamente su Cronaca, Politica o Economia. 

Strategie di offerta e targeting delle campagne native 

Le strategie di offerta, il targeting, così come i formati, naturalmente variano da una piattaforma native all’altra. 

In merito alla strategia di offerta, quelle più comuni sono quelle a CPC (cost per click), CPA Target (cost per acquisition) che permettono di stabilire, da una parte un costo per click massimo e dall’altra un costo per conversione obiettivo. 

Per quanto riguarda invece il targeting, per ogni campagna è possibile la geolocalizzazione, e consente quindi di poter scegliere nazione, regioni e solo in alcuni casi città da targetizzare. 

Altre opzioni includono il dispositivo (desktop, mobile, tablet), il sistema operativo (ad esempio IOs e android per mobile o windows, Linus e Mac OS per desktop) e il browser (Safari, Firefox, Edge etc.) utilizzato.

Infine, per quanto riguarda gli interessi, proprio al fine di avvicinare quanto più la pertinenza all’articolo che l’utente sta leggendo, nelle piattaforme native è spesso possibile scegliere delle categorie di interessi contestuali, correlando quindi le native ads ai contenuti editoriali che trattano una certa tematica. 

Pubblicità su native: esempi e formati

Gli annunci native sono composti solitamente da un’immagine, un video o una GIF, accompagnati da un breve titolo, una descrizione (spesso facoltativa) e dal nome del brand. 

Nelle impostazioni dell’annuncio naturalmente si inserirà anche il link al dispositivo di acquisizione, al sito web o alla landing page desiderata, scelta sulla base degli obiettivi della campagna. 

Pur assumendo la forma del contenuto in cui sono inseriti, si possono rilevare  abbastanza facilmente all’interno dei siti web in cui vengono ospitati poiché è presente il nome del brand della piattaforma utilizzata o la scritta “sponsor” sopra l’immagine. native ads outbrain

Le migliori piattaforme di native advertising 

Ma quali piattaforme esistono in Italia di native advertising e come sceglierle? Ecco una lista delle migliori: 

Outbrain

Outbrain è presente in Italia dal 2021. A livello internazionale conta più di 100.000 siti partner per la pubblicazione delle proprie inserzioni. 

All’estero ad esempio include publisher quali The Guardian, The Wall Street Journal, Wired, GQ, il circuito MSN. 

Nell’ottobre 2022 in Italia ha stretto un accordo con il gruppo editoriale GEDI. Esso include testate giornalistiche quali la Repubblica, la Stampa, Il Secolo XIX, Huffpost. 

Al suo interno è possibile creare campagne di awareness, traffico, installazione di app e conversioni.

Taboola Ads

La piattaforma native di Taboola ads conta più di 15.000 inserzionisti in tutto il mondo e vanta di più di 500 milioni di utenti attivi ogni giorno. 

L’azienda è stata fondata nel 2007 e le prime collaborazioni con advertiser e publisher sono iniziate nel 2012. 

In Italia ha stretto recentemente un accordo con CAIRORCS MEDIA S.p.A. (Il corriere della sera, La7, La Gazzetta dello sport), e nel mondo pubblica le proprie inserzioni, tra gli altri, su CNBC, NBC News, Business Insider, The Independent ed El Mundo. 

Le campagne su Taboola ads permettono di perseguire i seguenti obiettivi: 

  1. Lead generation
  2. Online Purchase 
  3. Website engagement
  4. Brand Awareness
  5. App promotion

native advertising taboola

MGID

MGID attualmente è presente in oltre 200 paesi nel mondo. È stata fondata nel 2008 e conta più di 32.000 editori. 

Ecco alcuni dei publisher italiani di MGID: La notizia, la gazzetta del mezzogiorno, Affari Italiani, la Presse, Velvet Mag. 

All’interno della stessa piattaforma, è possibile interagire sia come inserzionisti, e quindi creare pubblicità, sia come editori. 

Conclusioni 

Il native advertising è un canale che non va trascurato, soprattutto perché permette di raggiungere tutti quegli utenti che non utilizzano i social media: basti considerare che nel 2022, le persone che in Italia non fruivano dei social media ammontavano al 30% della popolazione. 

Presentano la possibilità di raggiungere vasti pubblici, che sono già coinvolti nella lettura degli articoli degli editori e che sono interessati a leggere e ad approfondire. 

Stai iniziando a considerare di investire in un nuovo canale? Scopri le nostre native ads e contattaci per saperne di più. 

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